Pisciuneri Vincenzo

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PREFAZIONE

Le Stanze di Dzyan e poche altre citazioni dai commentari, contenute nei due volumi della Dottrina Segreta, sono tratte dal Libro di Dzyan che H.P. Blavatsky dichiara che le è stata data “una manciata di semi da spargere”, manciata significa una piccola parte. Il Trattato sul Fuoco Cosmico inizia senza alcun commento con tredici Stanze del Libro di Dzyan, non riportate da H.P. Blavatsky nella Dottrina Segreta. Altre Stanze omesse sono riportate in Teogenesi. Secondo un’affermazione del Maestro Morya, quarantatré Shloka non sono state rese pubbliche tra l’ultima Shloka della Stanza VII nel primo volume della Dottrina Segreta e la prima Shloka della Stanza I del secondo volume, e che ulteriori Shloka concernenti l’evoluzione dell’uomo dall’umano al Dhyan Chohan sono omesse in altre Stanze. Vi sono quindi molte Shloka mancanti fra alcune Stanze delle ultime sezioni ricevute.

Tredici Stanze di Dzyan non pubblicate nella Dottrina Segreta sono riportate all’inizio del Trattato del Fuoco Cosmico (TFC, 31) scritto da A.A. Bailey sotto la guida del Maestro D.K. noto anche con il nome del Tibetano,  per sottintendere che l’intera opera poggia su queste Stanze. Il Maestro D.K. non commenta le Stanze, scritte in un linguaggio criptico e simbolico, spetta ai singoli discepoli sviluppare l’intuizione.

Il commento alle XIII Stanze proposte all’inizio del Trattato del Fuoco Cosmico ha come base di studio il magnifico lavoro effettuato da Michael D. Robbins e dal suo gruppo di studio riportato nel sito internet MAKARA.us – Univ. Seven Rays * Morya Federation  FCF Master Schedule (makara.us). Come precisato da Michael D. Robbins: Nessuna interpretazione definitiva può essere proposta exotericamente poiché potrebbe benissimo essere che i segreti dell'Iniziazione pervadano queste Stanze una delle ragioni della loro presentazione per noi nebulosa e priva di commento. Queste XIII Stanze possono non essere affatto sequenziali, ma possono descrivere diverse fasi del Processo Creativo Cosmico, del Sistema solare e di quello Planetario.

Tra tutti i libri scritti  da A.A. Bailey, sotto la dettatura del Maestro D.K. il “Trattato del Fuoco Cosmico”, aveva un carattere e scopo diverso dagli altri libri, secondo quanto affermato dallo stesso Maestro, nella parte iniziale del Trattato dei Sette Raggi volume Primo, XXI.

Il “Trattato del Fuoco Cosmico” è di genere completamente diverso. In ultima analisi è una guida per gli iniziati esistenti nel mondo, e all’aspirante servirà per fargli distogliere lo sguardo da se stesso e dal proprio progresso e volgerlo a una concezione più vasta e a un ideale universale. L’iniziato si distingue per l’assenza d’interesse per se stesso, per il proprio sviluppo, per il destino personale, e tutti gli aspiranti che divengono discepoli accettati devono essere padroni della tecnica del disinteresse. Anch’essi devono elevare lo sguardo dal gruppo e dalla Gerarchia che essi costituiscono per fissarlo su orizzonti più ampi e campi d’azione più vasti. Vi trattai il grande Piano creativo, le sue leggi e le sue tecniche di sviluppo e l’opera dei Costruttori dell’universo; dalla massa di nozioni impartite, e sottostante a tutto l’insegnamento, è l’idea di una grande Vita, con una Sua psicologia e idee Sue proprie. Fu un tentativo di descrivere in sintesi la Mente di Dio che si svela mentre elabora i Suoi piani tramite i Figli della Mente minori. Con simbolismi e frasi arcaiche vela le verità e i principi che giacciono alla radice del processo creativo, e nel complesso supera la capacità di comprensione anche dello studioso avanzato. Nello stesso tempo è un validissimo compendio di nozioni e servirà a trasmettere la verità e a sviluppare l’intuizione.

Come in Alto così in Basso, per la Legge di Analogia e di Corrispondenza, le XIII Stanze descrivono diverse fasi del Processo Creativo ed Evolutivo sia a livello macrocosmico e sia a livello Microcosmico.

Durante il lungo corso del lavoro, le menti del Maestro D.K. e di A.A. Bailey divennero così strettamente in sintonia da costituire in effetti, per quanto riguardava gran parte della produzione dell'insegnamento, un unico meccanismo di proiezione congiunto. Fino alla fine Alice Bailey ha spesso parlato del suo stupore per le visioni avute attraverso il contatto e che non avrebbe potuto esprimere. Questa esperienza fu la base della sua affermazione, spesso proclamata ma spesso poco compresa, secondo cui tutti gli insegnamenti che stava contribuendo a produrre erano in realtà solo l'ABC della conoscenza esoterica, e che in futuro avrebbe volentieri abbandonato qualsiasi pronuncia nel presente insegnamento, quando trovò a disposizione un insegnamento migliore e più profondamente esoterico. Per quanto chiaro e profondo sia effettivamente l'insegnamento nei libri pubblicati a suo nome, le verità impartite sono così parziali e soggette a successive rivelazioni ed espansioni che questo fatto, se costantemente ricordato, ci darà una seconda salvaguardia tanto necessaria contro quella qualità di la mente concreta che tende costantemente a produrre settarismo.

Se il  Trattato del Fuoco Cosmico è l'ABC della conoscenza esoterica, qual è la vastità ancora celata? Alcuni libri sono stati dati quasi parola per parola. Altri dipendevano dal flusso delle Sue idee abilmente tradotte in parole da Alice Bailey. Tuttavia, c'è sempre stata una supervisione, dialogo e correzione se necessario.

Le prime due Stanze fanno esplicito riferimento alla Parola Sacra AUM, il Triplice Suono formato con Tre lettere o vibrazioni cosmiche.

La Prima Stanza cita espressamente la seconda lettera “U” della Parola Sacra, mentre nella Stanza II scopriamo che il Triplice Suono AUM fa vibrare lo Spazio causando Sette Ondate di Materia.

Nella Stanza II è ripetuto per sei volte la frase “AUM” disse il Potente (il Logos Solare), come per i Sei Giorni della creazione della Genesi ebraica. La seconda Stanza tratta della creazione del nostro Sistema Solare.

Nella Stanza III, la Grande Ruota sotto la sotto la guida dei Costruttori avanzò fino all’apparizione delle Monadi rappresentate come Pietre viventi. La Stanza III descrive l’apparizione della Monade come la "Pietra" che sorge dal cuore della Fiamma.

Dall’abisso delle tenebre esterne Essi trassero la Pietra ora trasparente e pura, di color rosa e azzurro. Questa Pietra è posta in una Grotta di rara bellezza, iridescente con le pareti azzurre, immerse in una luce rosa.

La Grotta è il Loto Egoico chiuso su se stesso come un bocciolo, e la Pietra di Fuoco al suo interno è il "Gioiello nel Loto", il riflesso della Monade, una "Pietra" occulta. La vera Monade è un "Gioiello".

Con la Stanza VII giunge il tempo che il Loto Egoico non serva più.

Il lavoro è compiuto, e la grotta intera si squarcia. La Fiamma interiore luminosa si espande oltre le pareti squarciate. Essa risale alla sua Sorgente.

La "Fiamma della Vita" confinata all'interno del corpo causale, il "Gioiello nel Loto" è ora libera, le pareti del loto egoico, non la imprigionano più. La “Sorgente” dell'energia della Vita è la Monade stessa.

Infine con la Stanza XIII, il ciclo è concluso. Molti i fuochi che roteano; molte le ronde che rivolvono; ma solo quando i colori complementari riconosceranno la loro sorgente, ed il tutto sarà armonizzato ai sette, si vedrà il compimento. 

 

Vincenzo Pisciuneri


Scheda tecnica
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Vincenzo Pisciuneri
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A4 colori rilegatura termica
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