Pisciuneri Vincenzo

Codice prodotto:
Le010018503

Prezzo:

50,00 € (Tasse incl.)

Consegna in: 1 - 4 giorni

PRESENTAZIONE -ARITHMOS-

Rispetto alla prima stesura di Insegnamento Pitagorico Arithmòs, questo trattato è stata approfondita le parti riguardanti i numeri della Decade compreso lo Zero sia metafisico, sia aritmetico; la progressione dei numeri. Sono stati aggiunti i capitoli riguardanti  studio della Bilancia Pitagorica, e lo studio sul doppio lambda pitagorico di cui si conosce solo quello dell’armonica di Von Thimus. Apparentemente rimossi, in realtà solo trasferiti, in pubblicazioni separate e maggiormente approfondite: l’analisi approfondita dei numeri al di fuori della Decade, il Pitagorismo Gnostico e Taoismo Pitagorico.

Gli insegnamenti di Pitagora, come quelli di altri grandi Maestri, non scrisse nulla e la sua Scuola di pensiero era di tipo iniziatico, con giuramento di segretezza sui temi trattati, diffusi e tramandati solo oralmente. Tutto ciò che sappiamo sulla sua vita e i suoi insegnamenti ci è pervenuto grazie a tarde testimonianze, redatte anche a distanza di secoli. Poiché Pitagora come tutti i grandi Maestri non scrisse nulla, è necessario riabilitare il pensiero dei Pitagorici e Neopitagorici, unici veri interpreti del pensiero di Pitagora. Gli storici della filosofia pretendono di attribuire al Pitagorismo teorie ingenue, assurde in funzione di stravaganti e insostenibili interpretazioni, le cui cavillose forzature sconcertano i seri ricercatori. Attraverso le opere di Aristotile, ci sono giunti contenuti filosofici di grande spessore, e tracce di un’Antica Sapienza, i cui contenuti sono spesso mescolati ad altri, molto meno rilevanti se non controproducenti, frutto dei personalismi di Aristotele e dei suoi eccessi polemici, sia nei confronti dei Pitagorici alludendo a possibili divergenze tra i Pitagorici, e sia nei confronti dell’Accademia di Platone. In particolare, presentando la filosofia pitagorica, Aristotele ripiega volentieri su superficiali schematizzazioni, che finiscono spesso per ridicolizzare tale pensiero. Nel suo celebre scritto Metafisica[1] polemizza nuovamente i Pitagorici, poiché:

Quei filosofi non ci hanno neppure precisato in che modo i numeri siano cause delle sostanze e dell'essere.

Continuando nelle sue polemiche, se la prende con Eurito, discepolo di Filolao, che:

… cercando di stabilire quale numero appartenesse a ciascuna cosa, ossia, ad esempio, questo numero all'uomo, quest'altro al cavallo, disponeva i suoi sassolini in modo da ottenere le figure degli animali e delle piante ...

La storia aristotelica attribuita a Eurito che utilizzava i sassolini per ricostruire le figure naturali ha avuto un successo in un’età spiritualmente impoverita da essere presa sul serio da noti storici della filosofia, che l’hanno prescelta per esporre la dottrina pitagorica dei Numeri. Il concetto di Numero, elemento base della dottrina di Pitagora, per il quale il Numero non è solo un’Entità aritmetica quantitativa, ma anche un Principio metafisico qualitativo, è una fase armonica e inducente armonia, regolando come legge assoluta l’universo e quanto in esso accade. Il numero è l’essenza di tutte le cose, la legge universale che tutto armonizza e governa. L’Insegnamento Pitagorico trova notevoli connessioni con quello tradizionale cinese, non solo il famoso teorema di Pitagora era già noto in Cina almeno mille anni prima della nascita del filosofo, ma anche sul significato dei numeri Pari, Yin, e dei numeri Dispari, Yang. Sarebbe corretto veder Pitagora come l’erede di un antico insegnamento, perché la maggior parte della sua vita è stata spesa in viaggi, per apprendere la sapienza del mondo antico, dall’Egitto all’India.

Le scienze dell’Aritmetica, dell’Astronomia, della Geometria e della Musica, erano ritenute le quattro divisioni della Matematica. L’Aritmetica è la scienza dei Numeri Immobili, l’Armonica (o Musica) dei numeri in movimento; la Geometria è scienza delle figure immobili, l’Astronomia delle figure in movimento. Pitagora identificò nella Matematica la disciplina in grado di dare un ordine all’apparente Caos del mondo. L’Insegnamento della Matematica per Pitagora, come poi per Platone, era intesa come una preparazione, un avviamento per usare la vista interiore rivolgendola, dalla contemplazione delle cose naturali e mutevoli a ciò che realmente esiste, sempre uguale a se stesso. Giovanni Filopono fu ad Alessandria d’Egitto, discepolo, assieme a Simplicio, del Maestro Ammonio, nell’Introduzione Aritmetica[2] di Nicòmaco[3] chiarifica il significato e il valore che all’interno della filosofia platonica ha lo studio delle scienze matematiche. Lo studio della matematica è una strada obbligata che deve percorrere chiunque desideri giungere alla vera filosofia, ossia a quella conoscenza piena della vera realtà che è fonte e coronamento della felicità dell’anima nella sua parte più nobile. Non si può tuttavia giungere alle idee direttamente, bisogna, infatti, percorrere gradualmente la strada che conduce a esse, innalzarsi a esse a partire dalle realtà fenomeniche attraverso un termine medio: le matematiche.

Proclo rammentava che i numeri svelavano gli Dèi e i Pitagorici presentavano il calcolo come iniziazione alla teologia. Quest’opera non vuole minimamente essere esaustiva sull’aspetto matematico dell’Insegnamento di Pitagora, ma intende far luce e confutare le errate interpretazioni sulle scarse conoscenze dei Pitagorici. Si è molto favoleggiato sulla crisi dei Pitagorici con la scoperta dei numeri irrazionali e della non conoscenza dello Zero, entrambi appartenevano all’Insegnamento Misterico ed erano conosciuti e utilizzati dalle Scuole Misteriche di Oriente e Occidente, ma ai fini dell’addestramento del discepolo che deve fare un viaggio verso la Dimora Spirituale, viaggio opposto a quello originario della Caduta nella differenziazione, di cui gli irrazionali, il caos, sono il segreto motore.

L’opera che tratta l’Insegnamento o la Sapienza Pitagorica è così suddivisa:

·         Il primo volume Arithmòs, tratta dei Numeri della teologia aritmetica. Rithmòs significa sia ritmo e sia movimento, arithmòs all’opposto significa mancanza di movimento staticità: l’Aritmetica è la scienza dei numeri immobili. Arithmòs è una presenza costante nei dialoghi di Platone. Il volume è suddiviso in tre parti:

o   Sapienza Pitagorica Arithmòs, nella prima parte tratta del mondo dell'Esseità, dei numeri da Uno a Dieci, nella seconda parte tratta della progressione dei numeri nelle forme differenziate. Il volume tratta anche il Doppio Lamba - La Tabella Misterica Pitagorica.

o   Sapienza Pitagorica Arithmòs II,  tratta dei Numeri misterici generati dalla Decade da 11 a  311.040.000.000.000.

o   Sapienza Pitagorica Arithmòs III Nume Numen Omen descrive il metodo di esegesi mistica per mezzo di lettere numeri sviluppano dai Pitagorici Gnostici quali Valentino e Marco. Tratta l’Aritmomanzia, un’applicazione al mondo umano della teologia.

·        Il secondo volume Sapienza Pitagorica Logos Armonia, tratta della Scienza dei rapporti armonici e della Musica delle Sfere. L’Armonica (o musica) è la scienza dei numeri in movimento.

·         Il terzo volume tratta della Geometria Pitagorica la scienza delle figure immobili, che negli scritti di Platone e in particolar modo nel Timeo trovano la loro massima espressione ed è diviso in due parti:

o   Geometria Pitagorica Arithmòn  Árrehetos tratta delle figure piane

o   Geometria Pitagorica Poliedri tratta dei solidi

L’astronomia, non trattata in questo studio è la scienza delle figure in movimento. In greco antico la parola “numero” si diceva arithmòs, cioè la cosa che non ha ritmo, che in sé non cambia, ma sta ferma nella sua pienezza. È da questo concetto che è possibile arrivare alla “verità”, che in greco era aletheia, cioè ciò che si svela, ma si svela come? Come ciò che sorge, che si dischiude, che emerge da tutto quello che vi è intorno e sta ferma. La verità e il numero hanno quindi in comune il fatto di non essere mutevoli, di non divenire altro da ciò che sono.

Per i Pitagorici gli oggetti dell’intelletto sono immobili (intellegibili) quelli della ragione in movimento (intellettuali): l’intelletto, infatti, è un’attività intuitiva, la ragione un’attività discorsiva. Il Neopitagorico Nicòmaco di Gerasa affermava che l’Aritmetica ha il ruolo madre di tutte le scienze matematiche. Nicòmaco si presenta, quindi, come un aritmologo e si colloca in una tradizione che affonda le sue radici nel pitagorismo di Filolao di Crotone e di Archita di Taranto e che vide fiorire un certo numero di trattati di aritmologia o, come anche si dice, di teologia dei numeri. Nei Theologoumena arithmeticae Nicòmaco esalta le virtù dei numeri e ne pone in evidenza la natura divina. Oggetto di trattazione dei Theologoumena è il numero divino, il quale si presenta in forma decadica, nel senso che i primi dieci numeri hanno proprietà particolari e si identificano con gli dei, mentre i numeri successivi al 10 sono semplicemente delle ripetizioni. I numeri divini influenzano la realtà attraverso le loro proprietà, poiché essi recano le proprie qualità alle cose sulle quali agiscono.

I Pitagorici insegnavano le relazioni e i legami tra gli Dèi e i numeri, in una scienza chiamata Aritmomanzia. L’Anima è un numero, dicevano, che muove da se stesso e contiene il numero 4; e l’uomo fisico e spirituale è il numero 3, poiché il ternario rappresentava per loro non solo la superficie, ma anche il principio della formazione del corpo fisico.

Vincenzo Pisciuneri


Scheda tecnica
Autore
Vincenzo Pisciuneri
pagine dispensa
335
formato dispensa
A4 colori rilegatura termica
Helps - Gei - Atomi

HELPS del prodotto

50

GEI del prodotto

+41.56%

ATOMI del prodotto

2450
Altri prodotti